L'industria italiana delle tecnologie per la lavorazione del legno e del mobile sta attraversando tempi "complicati". I dati preliminari per il 2024 mostrano l'impatto delle "incertezze" che da tempo condizionano la reale efficacia delle misure di "Industria 5.0", insieme alle conseguenze durature dell'invasione russa dell'Ucraina e del conflitto israelo-palestinese, unite alla stagnazione causata dalla domanda eccezionale degli anni precedenti.
Secondo una valutazione preliminare dell'ufficio studi di Acimall, l'associazione associativa di Confindustria che rappresenta le imprese del settore, produzione nel 2024 è stato pari a 2,43 miliardi di euro, 8,3% in meno rispetto al 2023.
Questa riduzione ha interessato sia esportazioni (1,7 miliardi, in calo del 7,8%) e domanda interna (730 milioni di euro, meno 9,5%), insieme a un forte calo di importazioni (180 milioni, meno 40,2%), a dimostrazione che l'offerta italiana può "dominare" la domanda tecnologica.
Quest'ultimo dato ha di fatto "sostenuto" la bilancia commerciale (1,52 miliardi di euro, con una riduzione di 1,5% rispetto al bilancio consuntivo 2023), mentre consumo apparente è stato di 910 milioni di euro, 17,9% in meno rispetto all'anno precedente. Queste cifre collocano l'Italia ai vertici della classifica europea e mondiale della domanda di tecnologie per il legno.
Situazione del mercato
"La situazione non è certo positiva". ha dichiarato il direttore di Acimall, Dario Corbetta. "L'industria soffre di una temporanea sospensione della realtà, prima per l'epidemia di Covid, poi per lo stimolo che ha rimandato di due anni i problemi strutturali del nostro settore. Le cause di questo scenario sono ben note: la carenza di manodopera, il lento ricambio generazionale e tutte le sfide che l'industria manifatturiera meccanica deve affrontare, senza dimenticare le tensioni geopolitiche che hanno inevitabilmente impedito le esportazioni verso alcuni mercati."
Tendenze delle esportazioni
Nei primi nove mesi del 2024, Stati Uniti (129 milioni, meno 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2023), Francia (122 milioni, più 22%) e Germania (92 milioni, meno 1,3%) è in cima alla classifica dei clienti italiani, seguito da Polonia (74 milioni, meno 5,4%), Spagna (56 milioni, più 7%), Regno Unito (46 milioni, meno 28,7%), Cina (45 milioni, più 16,8%), Svezia (38 milioni, meno 11,5%), Turchia (35 milioni più 21,4%) e Belgio (32 milioni, meno 13,4%).
L'evoluzione delle esportazioni verso la Cina e la Turchia è di particolare interesse, in quanto entrambi i Paesi hanno registrato una forte crescita nella produzione di macchine per la lavorazione del legno negli ultimi decenni e sono diventati concorrenti da tenere sotto stretta osservazione.
"Il fatto che i produttori italiani possano rafforzare il loro ruolo in questi mercati non solo dimostra la qualità della tecnologia italiana, ma dimostra anche che la tecnologia avanzata fa la differenza, anche se per la Turchia dovremmo considerare eventuali triangolazioni verso altre destinazioni". Ha aggiunto il direttore Corbetta.
Competitività nei mercati globali
L'Italia continua a svolgere un ruolo competitivo di primo piano nei mercati globali. Nella classifica gennaio-settembre 2024 dei Paesi esportatori di tecnologie per il legno e il mobile, Cina rimane in testa con 1,827 miliardi di euro di esportazioni, 7,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Il secondo posto è occupato da Germania (1,807 miliardi, meno 12,4%), e il terzo di Italia (1,138 miliardi, meno 7,6%).
Situazione delle importazioni
A livello globale, Stati Uniti sono stati i maggiori clienti dei fornitori globali, acquistando macchinari e attrezzature per la filiera del legno da oltreoceano per un valore totale di 1,782 miliardi di euro, in calo di 0,8% rispetto ai primi nove mesi del 2023. Al secondo posto, Germania (635 milioni di acquisti dall'estero, meno 8,2%), seguito da Canada (486 milioni, più 8,4%).
Per quanto riguarda I principali fornitori dell'Italia tra gennaio e settembre 2024, il primo posto in classifica è stato occupato da Germania di 48 milioni di euro (meno 48,5%), seguito da Cina (23 milioni, meno 3,7%) e India (9 milioni, meno 49,8%).
I dati dimostrano che, nonostante le attuali difficoltà, la tecnologia italiana per la lavorazione del legno continua ad essere apprezzata a livello globale, soprattutto in mercati competitivi come Cina e Turchia.
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